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Sei un libero professionista o hai un’attività commerciale o un’azienda che offre prodotti o servizi anche al consumatore finale? Se stavi pensando da tempo di dotarti di un POS portatile per i pagamenti elettronici, non c’è momento migliore per farlo: dal prossimo 1 luglio 2020, infatti, scatta il cosiddetto bonus pos, una particolare forma di credito d’imposta per professionisti e imprese che permettono ai propri clienti di pagare con bancomat, carte di credito, carte di debito e altri metodi di pagamento digitale. Proviamo a capire meglio di cosa si tratta, come funziona e chi può richiederlo.

A partire da un po’ di storia del bonus POS: gli sgravi fiscali per chi ha un lettore di carte e bancomat e lo usa per i pagamenti dei clienti è previsto dall’ultimo Decreto Fiscale (la legge 157/2019), decreto fiscale che ha come obiettivo più ampio limitare la circolazione del contante e favorire l’uso di moneta elettronica per un maggiore controllo sulle transazioni tra privati e, a valle, per evitare l’evasione fiscale. Dal mese prossimo, insomma, non sarà più possibile pagare in contati per cifre maggiori di duemila euro (somma che, si vocifera, potrebbe scendere ulteriormente fino a un massimo di mille euro entro il 2022) e, come si accennava, sarà previsto un credito d’imposta per professionisti e imprese che si dotano di sistemi per i pagamenti digitali.

Cos’è il bonus POS, chi può usufruirne e come chiederlo

Tale credito d’imposta coprirà, più nel dettaglio, il 30% delle commissioni applicate da banche e altri soggetti simili a ogni transazione avvenuta tramite bancomat, carta di credito, carta di debito. Sarà un credito utilizzabile solo in compensazione, e cioè sottraendolo agli importi dovuti, e non concorrerà a determinare reddito dal momento che se ne terrà conto al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi dell’anno successivo e per la determinazione dell’IRAP. Chi vorrà usufruire del bonus POS dovrà semplicemente accedere all’area riservata dell’Agenzia delle Entrate e seguire la procedura online indicata, ricordando che lo stesso andrà chiesto entro il giorno 20 del mese in corso perché sia accreditato il mese successivo (in via ipotetica, il credito d’imposta richiesto per le spese di gestione del POS chiesto entro il 20 luglio sarà accreditato, cioè, nel successivo mese di agosto).

Tra i requisiti per poter usufruire di questa agevolazione fiscale? Permettere ai propri clienti di pagare in forma digitale – e cioè sfruttando carte di credito, bancomat, eccetera –  va da sé e non aver superato i 400 mila euro di ricavi, indipendentemente dal regime fiscale di cui si usufruisce. Una manovra, insomma, che sembra favorire soprattutto le attività economiche più piccole nelle dimensioni e per cui le spese per la transizione ai pagamenti digitali possono risultare consistenti. L’obiettivo è, infatti, far rispettare l’obbligo di pagamenti digitali, evitando di dover ricorrere a multe e sanzioni per chi non permetta ai clienti di pagare con carte di credito e co. (multe al momento previste dopo segnalazione da parte dei clienti e accertamenti da parte delle autorità competenti e pari a 30 euro più il 4% della transazione negata).