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In questa breve guida è possibile scoprire cosa si può portare a un compro oro a Milano per avere un immediato guadagno senza fatica.

Che cosa portare

Ci sono diversi oggetti che possono essere portati a compro oro a Milano, iniziando ovviamente da quelli realizzati in metallo prezioso come oro, argento e altre leghe preziose tipo oro rosa oppure oro bianco. Si possono portare quindi collane, anelli, orecchini simili a prescindere dalle loro condizioni. Sono oggetti che rappresentano un ottimo investimento per il futuro perché conservano alto e stabile il loro valore nel corso del tempo.

Inoltre, ci sono altri progetti che possono essere portati a un compro oro a Milano come per esempio gli orologi di brand prestigiosi, pietre e gemme preziose oppure anche monete da collezione.

La valutazione

La fase di valutazione in un portare a un compro oro a Milano consente di assegnare il giusto valore agli oggetti portati per la valutazione. Per tutti gli oggetti realizzati in metalli preziosi, argento e simili, si procede a tesarli perché questi vengono pagati in base al loro peso e non è quindi in base alle loro condizioni. Si utilizza quindi una bilancia di precisione con i sigilli dell’ufficio medico che assicura la massima accuratezza al milligrammo. Una volta che si ottiene il peso in grammi, questo non va indicato per la quotazione del negozio e si ottiene così il prezzo da corrispondere.

Ovviamente, molto degli oggetti preziosi possono essere valutati in questo modo. Infatti, quando bisogna valutare degli oggetti come gli orologi, si tengono in considerazione altri elementi come per esempio il brand che ha prodotto l’orologio, cioè la marca. Inoltre, concorrono alla assegnazione del valore corretto anche altri aspetti come l’anno di produzione, la collezione di cui fa parte e i materiali utilizzati.

Quando invece a dover essere valutati sono le pietre preziose, anche se è incastonato in un giornale prezioso, i criteri di valutazione comprendono il tipo di pietra, la grandezza, i carati, la purezza, il taglio.

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