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Per comprendere pienamente la definizione di categoria catastale, è necessario osservare il termine zona censuaria, definito dall’agenzia delle entrate come “porzione omogenea di territorio comunale, nell’ambito della quale la redditività dei fabbricati è da considerarsi uniforme”.

All’interno di una zona censuaria, le categorie catastali sono le classi a cui appartengono i diversi edifici immobili. Per questo vengono anche definite “classi catastali”. Conoscere la categoria di un edificio è importante per una serie di motivi legali e commerciali, per pagare correttamente le tasse, effettuare una suddivisione di un’eredità tra più beneficiari e tanto altro.

Quali sono le categorie catastali?

In Italia le categorie catastali sono state introdotte circa 80 anni fa, con il Decreto Regio del 13 aprile 1939, n.652. Il loro utilizzo principale è definire la rendita castale di ogni immobile. Ciò consente di:

  • svolgere legalmente le operazioni di compravendita
  • calcolare correttamente le tasse sull’immobile in questione;
  • suddividere in maniera equa i beni immobili donati in eredità.

Conoscere la categoria catastale vuol dire, infatti, conoscere il livello di rendita dell’immobile, quindi quanto si possa guadagnare dallo stesso.

Ma come si classificano gli edifici in Italia? Il numero di categorie catastali varia da un Comune all’altro, mentre rimane fissa la suddivisione in gruppi, identificati da una lettera dell’alfabeto spesso seguita da un numero. Gli edifici residenziali rientrano nei gruppi A, B e C. Il gruppo D identifica gli immobili a destinazione speciale (principalmente uffici e fabbricati produttivi); il gruppo E quelli a destinazione particolare (gli edifici di culto e quelli che ospitano attività pubbliche) e il gruppo F le entità urbane. Quest’ultima è una categoria “fantasma”, che viene attribuita temporaneamente agli edifici che non hanno ancora una destinazione specifica.

In poche parole, ciò significa che una villa di lusso e un condominio cittadino saranno entrambi nel gruppo A, ma in sottogruppi numerati diversamente. Tutto questo serve a far sì che ogni edificio immobile abbia una categoria estremamente specifica, che verrà utilizzata per calcolare le tasse su quell’immobile, stabilire i parametri legali per la sicurezza di chi vive o lavora all’interno ecc.

Chi può conoscere la categoria catastale di un immobile

Una veloce visita all’ufficio del Catasto o alla Conservatoria della zona consente a chiunque di ottenere la categoria catastale di un immobile, a patto che tale persona presenti:

  1. l’indirizzo dell’immobile;
  2. il nome e il cognome del proprietario;
  3. il codice fiscale del proprietario.

Ma perché dovresti richiedere questo servizio, in ufficio oppure online? Perché conoscere quanto sia redditizio un appartamento o una villa che vorresti comprare, per esempio, è utile in fase di contrattazione con il venditore. Ottenere la categoria catastale serve anche a capire se stai pagando tasse troppo alte sul tuo immobile, o se l’immobile che hai acquistato sia stato accatastato correttamente.

Per quanto riguarda i fabbricati di produzione (fabbriche, centri commerciali, ospedali, banche), che rientrano nel gruppo D, le corrette categorie catastali indicano anche le norme di sicurezza alle quali l’edificio va adeguato. Insomma, si tratta di una catalogazione estremamente utile in moltissimi contesti e che si può ottenere facilmente. Basta recarsi all’ufficio più vicino o richiedere l’intervento di un servizio di catasto online.