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La salute è un argomento molto delicato e che, in quanto tale, deve essere trattato con ogni accortezza soprattutto da parte di professionisti operanti in tale ambito. Questo perché da quando sono arrivati i motori di ricerca le persone hanno iniziato a curare o a indagare sintomatologie d’ogni sorta tramite il web, causando non poche problematiche. In realtà il web è un luogo importantissimo per la divulgazione di informazioni importanti per la salute pubblica ma può diventare un’arma a doppio taglio se gestito in modo inopportuno.

Norme e raccomandazioni da seguire

Per questo è importante premettere che qualsiasi informazione condivisa in rete ha valore divulgativo ed informativo e non sostituisce mai il parere esperto e pratico del medico. Questo è quanto riportato anche tra i consigli sul blog di Gipo, una realtà che fornisce soluzioni digitali per l’ottimizzazione della direzione di ambulatori e studi medici.

Al momento non esistono specifiche norme ma raccomandazioni e consuetudini che medici e professionisti sanitari devono conoscere prima di interfacciarsi al mondo dei social dispensando consigli di salute ai propri follower o seguaci. In altre parole per comunicare in modo efficace sui profili social di uno studio medico, di un poliambulatorio o di un professionista ci sono regole non scritte da seguire di cui parleremo qui di seguito.

I profili social sono un fine o un mezzo?

Rispondere a questa domanda, se ci pensi bene, non è così facile. Difatti i social possono essere un fine perché aiutano a trovare nuovi pazienti, a farsi conoscere e a promuovere un’attività sanitaria sia a fini commerciali che divulgativi e sociali. Ma sono anche un mezzo tra i tanti a disposizione dei professionisti sanitari per migliorare il rapporto con i pazienti e diffondere informazioni di servizio o di pubblica utilità.

Il punto di questo focus riguarda proprio la riflessione sul perché e sul come i social possano essere usati per migliorare la consapevolezza dei pazienti rispetto ad una tematica di salute senza correre il rischio di diventare il loro unico punto di riferimento. Le persone, non tutte ma la stragrande maggioranza, tendono a contattare il medico per lo più quando un fastidio o un sintomo diventano insopportabili.

Nel frattempo tentano di trovare soluzioni palliative sperando che il problema si risolva e, quindi, le risposte fornite online dovrebbero essere da stimolo a fare prevenzione e non solo a rispondere a dubbi e domande.

Quali argomenti trattare?

Il punto precedente ci collega direttamente a quello oggetto di questo paragrafo per il quale cercheremo di capire quali argomenti trattare. Non c’è un indice di trattazioni condivisibili sui social ma è ovvio che tutte quelle pubblicate dovrebbero mirare a benessere e prevenzione oltre che cure o innovazioni scientifiche. Possono avere valore anche i casi e le testimonianze di pazienti assistiti, tecnica utilizzata soprattutto per nutrizionisti o fisioterapisti che sono fieri di mostrare con materiali fotografici e video i risultati raggiunti.

In questo caso è importante chiedere il consenso al paziente soprattutto per la pubblicazione di contenuti molto personali. In ogni caso sconsigliamo di prendere posizioni su argomenti di interesse generale e di neutralizzare qualsiasi criticità evitando accuratamente posizioni personali. Di questi tempi il caso delle vaccinazioni e del Covid è stato di esempio per spiegare quanto la poca attenzione nella trasmissione di informazioni ufficiali si sia tradotta in un concreto pericolo per parte della popolazione.