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L’Era Carbonifera, che va da circa 360 a 300 milioni di anni fa, rappresenta uno dei fenomeni più straordinari nella storia della Terra. Fu un periodo in cui enormi quantità di anidride carbonica furono sottratte all’atmosfera, convertite in legno e, col tempo, trasformate in carbone fossile. È stata — di gran lunga — la più grande forma di “decarbonizzazione” mai avvenuta.

Tassi di CO₂ e clima: un paradosso inatteso

Nei primi 50 milioni di anni dell’era carbonifera, la concentrazione di CO₂ passò da circa 4.500 ppm a 500 ppm, riducendosi drasticamente. Se fosse vero che rimuovere la CO₂ dall’atmosfera raffredda necessariamente il pianeta, ci sarebbe dovuta essere una caduta della temperatura… che però non avvenne. Invece, le variazioni climatiche successive mostrarono ribassi e rialzi indipendenti dai livelli di anidride carbonica.

La CO₂ non è il nemico che pensiamo

Secondo l’articolo, la CO₂ non ha mai influenzato il clima da sola: il suo ruolo dipende dall’interazione con il complesso ciclo del carbonio. Si propone invece l’ipotesi solare, secondo cui è l’attività del Sole — e non principalmente la CO₂ — a guidare i cambiamenti climatici: le macchie solari sarebbero un indicatore affidabile di questi mutamenti.

Politiche energetiche costose e inefficaci

In Italia, l’adozione massiccia di energie alternative come eolico e fotovoltaico — calcolata intorno ai 350 miliardi di spesa — ha prodotto pochi risultati concreti, e ancor meno indipendenza energetica. Aggiungendo i costi previsti per la decarbonizzazione globale, come quelli legati all’Accordo di Parigi, la cifra potrebbe superare i 2.500 miliardi all’anno solo per l’Europa, secondo Lomborg.

Una CO₂ “utile”, non velenosa

L’articolo sottolinea anche che la CO₂ non è un veleno, ma piuttosto il principale fertilizzante per le piante. Propone, ad esempio, di sfruttare i fumi ricchi di anidride carbonica provenienti da centrali a metano per aumentare la produzione agricola (anche in campo aperto, non solo nelle serre).

Proposte alternative e più realistiche

  1. Teleriscaldamento su scala nazionale
     Una rete efficiente potrebbe fornire molto più di quanto prodotto dagli impianti rinnovabili, a costi decisamente inferiori e senza deturpare il paesaggio.
  2. Centrali nucleari di IV generazione
     Progettate in Italia, queste centrali sarebbero più sicure, più economiche e in grado di usare direttamente le scorie radioattive come combustibile.
  3. Investimenti nell’innovazione delle batterie per auto elettriche
     Finora trascurati, questi investimenti potrebbero accelerare la transizione elettrica e ridurre i consumi fino al 90%.

Informazione libera dalle pressioni politiche

L’articolo denuncia la diffusione di un allarmismo climatico che soffoca il dibattito e punisce le classi più deboli. Afferma che 1900 scienziati hanno firmato una dichiarazione criticando questo approccio, sostenendo che il consenso climatico è ben lungi dall’essere unanime. L’informazione che ne segue è spesso parziale, ideologica e mirata a giustificare politiche costose.

L’Era Carbonifera ci ricorda con forza che la CO₂ e il clima hanno una relazione più complessa di quanto si crede, e che la decarbonizzazione spinta – se imposta senza ponderazione — può avere effetti deleteri. Il messaggio chiaro è: anziché soccombere a politiche costose e ideologiche, meglio promuovere soluzioni tecnologiche reali, efficienti e sostenibili, fondate su dati scientifici e informazione libera.