0 4 minuti 5 anni

Ogni anno durante il periodo di dichiarazione dei redditi si sentono molte pubblicità che invogliano a donare il proprio cinque per mille a determinate associazioni, e allora ci siamo chiesti: ma sapete veramente tutti che cos’è il 5×1000 e a chi potete donarlo?

In questo articolo cercheremo di darvi una risposta il più completa possibile e spiegarvi anche come funziona in modo semplice, facendo un piccolo excursus nella storia del 5×1000, istituto relativamente giovane, che non ha infatti ancora compiuto il suo quindicesimo anno di età.

Che cosa è il cinque per mille?

Il cinque per mille è la possibilità da parte dei contribuenti di destinare una quota, cioè proprio la quinta parte su mille, dell’IRPEF a associazioni non lucrative che si occupano di ricerca, sostegno dei più bisognosi e sviluppo dei territori in povertà.

Dato che lo abbiamo citato, vediamo meglio che cosa è l’IRPEF. Partiamo dalla definizione dell’acronimo, Irpef sta per Imposta sul reddito delle persone fisiche. Si tratta di una imposta personale e diretta che interessa tutti coloro che producono reddito. Ha la caratteristica di essere progressiva, cioè la sua aliquota va ad aumentare all’aumentare del reddito annuale pro capite fino ad un massimo del 43 per cento dei propri guadagni.

Un po’ di storia sul cinque per mille

Il cinque per mille venne istituito per la prima volta nel 2006 in forma sperimentale attraverso la legge finanziaria diventando poi una forma indispensabile di raccolta fondi per le organizzazioni no profit.

Il vantaggio per il contribuente, in relazione a questo contributo è che si può scegliere a chi donarlo. Saremo noi quindi gli arbitri nel giudicare se sarà stato utilizzato con profitto dall’associazione, per decidere se rinnovare il lascito l’anno seguente.

Ma cosa cambia tra cinque per mille e otto per mille?

Molti a questo punto si staranno chiedendo ma allora cosa cambia dall’otto per mille. La differenza è sostanziale. L’otto per mille del proprio gettito fiscale infatti può essere donato solamente o allo stato oppure a culti religiosi riconosciuti. Non c’è quindi alcuna possibilità di scelta, se non all’interno delle istituzioni di questo tipo.

Ma come si devolve il cinque per mille?

La devoluzione del cinque per mille avviene durante la dichiarazione dei redditi previa compilazione di un modulo apposito nel quale va inserito il codice fiscale dell’associazione no profit a cui si vuole donare.

È importante avere con se questo codice consultabile nell’elenco dei beneficiari del cinque per mille stilato ogni anno dall’agenzia delle entrate.

Cinque per mille: i dibattiti in corso

Già dalla sua nascita il cinque per mille ha suscitato diversi dibattiti nell’opinione pubblica.

Da un lato si tratta di una donazione da parte del cittadino, dall’altra si tratta invece di una perdita di gettito per lo stato che decide di assegnare una piccola parte delle proprie entrate ad associazioni senza scopo di lucro.

Il problema più grave riscontrato negli anni con il 5×1000 è il verificare che le associazioni utilizzino effettivamente i soldi donati per scopi di ricerca o umanitari senza che essi vengano dissipati o ancor peggio, distorti a scopo di lucro. È quindi compito dello stato, ma anche dello stesso contribuente, verificare di persona che le somme di denaro donate siano effettivamente utilizzate allo scopo per cui sono state donate.

Ora che avete tutte le informazioni necessarie potete decidere se donare o meno il vostro cinque per mille in dichiarazione dei redditi.