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L’uso della corrente elettrica è a dir poco fondamentale nella vita quotidiana delle persone. Questa permette il funzionamento di una varietà incredibile di strumenti necessari alla vita di tutti i giorni. Interi edifici necessitano costantemente di energia elettrica per poter essere vissuti comodamente e tranquillamente; si pensi – ad esempio – all’illuminazione, oppure al riscaldamento, ma anche ai singoli elettrodomestici presenti nelle case di ognuno di noi o le attrezzature in uso per le attività imprenditoriali. Per utilizzare correttamente e senza pericoli la corrente, specie per la salute delle persone, è fondamentale assicurarsi che l’impianto elettrico sia sicuro, affidabile e completamente in linea con li fabbisogno energetico del fabbricato.

Il quadro elettrico

Il quadro elettrico (o di distribuzione) è la parte più importante di un impianto elettrico, il suo “cuore”: il quadro, infatti, alimenta l’intero apparato. È da qui che si diramano le diverse linee che trasmettono la corrente alle scatole di derivazione, che poi servono i dispositivi elettrici. Questo elemento, però, permette anche di tutelare la sicurezza dell’intero impianto, poiché – in caso di guasti o avarie – scollega automaticamente l’utenza interessata, interrompendo l’erogazione della corrente al fine di evitare incidenti. Esistono diverse tipologie di quadri elettrici, ma i più diffusi sono i quadri elettrici da incasso (“nascosti” nella parete) e quelli da appendere, che vanno tassellati al muro. Questi ultimi sono più visibili rispetto ai precedenti. Nella scelta del quadro elettrico per il proprio impianto, però, non va considerata solo l’estetica, ma anche le specifiche tecniche, come ad esempio il numero di circuiti, che dipende dalla superficie dell’immobile. Il numero minimo dei circuiti è stabilito da una dalla norma CEI 64-8, che contiene le indicazioni per progettare e realizzare un impianto elettrico, pertanto è preferibile consultarla prima di acquistare un quadro elettrico.

Gli interruttori

Un impianto elettrico necessita anche di interruttori. Ne esistono di diverse tipologie: magnetici, differenziali oppure termici. Questi ultimi in particolare proteggono l’impianto da sovraccarichi, intervenendo se la corrente assorbita dal circuito è maggiore rispetto a quella massima tollerabile, così da prevenire danni o surriscaldamento. Un interruttore magnetico, invece, interviene in caso di corto circuito, interrompendo il circuito stesso. Infine, quello differenziale controlla le correnti disperse, per evitare i danni alle persone dalle possibili scosse elettriche in caso di cedimento dell’isolamento principale.  Esistono, però, anche interruttori che combinano le diverse funzionalità, come l’interruttore magnetotermico o quello magnetotermico differenziale. La scelta dell’interruttore dipende dalle combinazioni scelte da chi installa l’impianto e dal budget disponibile.

I cavi a norma

Per poter comporre un impianto elettrico che sia perfettamente in linea con le normative attualmente vigenti, è necessario avere anche i cavi a norma di legge. Infatti, gli obblighi normativi riguardano il conduttore di protezione PE, meglio conosciuto come “messa a terra” il quale deve necessariamente essere di colore giallo e verde. Viceversa, il cavo di “neutro” ovvero il conduttore attraversato dalla corrente di ritorno, deve essere necessariamente di colore blu chiaro. È necessario altresì che le sezioni risultino adeguate alle correnti previste, normalmente vengono utilizzati 6 mm per i montanti, 2,5 mm per i circuiti che alimentano le prese o elettrodomestici fissi (come, ad esempio, il condizionatore) e 1,5 mm per i circuiti di luce. Si tratta di misure che normalmente vengono utilizzate considerando che un elettrodomestico può arrivare ad assorbire fino a 15 A (ovvero 3kW).