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Abbiamo contattato l’imprenditore e revisore dei conti Gianfranco Rienzi per approfondire alcune novità fiscali della Legge di Bilancio 2020. Il suo libro “La Responsabilità del Dottore Commercialista nel Codice Penale Italiano” torna di attualità in vista di una direttiva europea in recepimento dal 1 Luglio.

E’ entrata in vigore dal 1 Gennaio 2020 la nuova Legge di Bilancio (Legge 160/2019), che presenta una serie di novità fiscali per contribuenti, imprenditori e liberi professionisti. Per approfondire alcuni punti di questa nuova Legge di Bilancio abbiamo contattato Gianfranco Rienzi, imprenditore, dottore commercialista e revisore dei conti, a capo della società di servizi Archimedia di Firenze. Gianfranco Rienzi è un consulente poliedrico, con lunga esperienza negli investimenti di tipo immobiliare. Molto attivo sul web attraverso una serie di interventi su riviste e siti web di settore, recentemente ha pubblicato un libro dal titolo “La Responsabilità del Dottore Commercialista nel Codice Penale Italiano” (318 pp, Prima Edizione 2019, ID 24228481).

Partiamo proprio da quest’ultimo argomento per sottolineare come l’Italia, a latere della Legge di Bilancio, dal 1 luglio 2020 recepirà la direttiva 2018/822 dell’Unione Europea che prevede l’obbligo di segnalazione dei propri clienti all’Agenzia delle entrate qualora questi abbiano manifestato l’intenzione di evadere il fisco. “A mio avviso – commenta Gianfranco Rienziquesta direttiva viola le principali regole deontologiche di privacy e segreto professionale, la funzione del professionista, così, viene stravolta. Sono comunque d’accordo sul perseguire il nobile scopo di una migliore collaborazione tra autorità fiscali e professionisti. Dobbiamo rompere il silenzio quando abbiamo a che fare con veri crimini fiscali e tributari, parlo di azioni sanzionabili penalmente.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani ha sottolineato come nessuna delle 50 proposte di semplificazione del fisco, elaborate dal Consiglio nazionale dei commercialisti e da Confindustria, sia stata presa in considerazione dal Governo, che continua, di fatto, ad adottare la politica del “fucile puntato”. “Un commercialista convive con il fucile puntato, a prescindere dal Governo – commenta Gianfranco Rienzi – la nostra è una responsabilità rigida e severa. Ad ogni modo, anch’io la penso come Miani, che ha fatto da portavoce della nostra intera categoria, assillata negli ultimi anni da un moltiplicarsi di obblighi, sanzioni e adempimenti sui quali noi commercialisti rispondiamo due volte, una nei confronti del cliente e l’altra, a quanto pare, nei confronti della Legge, visto che siamo penalmente imputabili di omertà sui presunti reati commessi dai nostri assistiti.”

Dottore, il vero problema di queste nuove direttive, però, è quello per il quale anche un consiglio sull’alleggerimento di un carico fiscale, pur rispettando la Legge, va comunicato all’agenzia dell’entrate. “In questa maniera rendiamo più difficile la vita del consulente fiscale, considerate le sanzioni, non leggere, sia pecunarie che penali. Cambiamo argomento?

Chiediamo a Gianfranco Rienzi quali siano le principali novità della Legge di Bilancio in vigore da pochi giorni. “Hanno abolito la seconda flat tax per le partite IVA, quella che si sarebbe applicata per i compensi che vanno dai 65.001,00 ai 100.000,00 euro; hanno modificato l’ingresso al regime forfetario, al quale si accede soltanto se si ha un reddito massimo di 30.000,00 euro ed hanno introdotto un regime premiale per le partite IVA che adotteranno la fatturazione elettronica. Non ci sono novità significative che possano agevolare la crescita delle attività commerciali e delle aziende italiane.

Per quanto riguarda gli investimenti immobiliari, ha letto delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici? “Si, anche in questo caso, però, non abbiamo a che fare con novità importanti per gli investimenti immobiliari in Italia. Gli investitori in Italia cercano un margine di guadagno che, purtroppo, non compete su quello che si trova nelle migliori città europee per investire. L’ho letto su Forbes: sta crescendo il trend degli investimenti su città come Rotterdam, in Olanda, o Porto, in Portogallo, e Megève, Francia, che hanno registrato un aumento delle vendite di case che va dal 10% al 20% negli ultimi 2 anni. Sono tendenze che rispecchiano la volontà di investire non soltanto sul mattone ma anche sulla redditività turistica e civile che le “piccole grandi città” possono offrire. In questo senso, penso che Napoli, in Italia, sia un’ottima opportunità di investimento immobiliare visto che, rispetto al 2018, le vendite di immobili sono aumentate del +15%”.